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Brexit, Renzi corre ai ripari: Europa casa nostra

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27 Giugno 2016

| by Ugo Sardi de Letto

Dopo la storica decisione della cosiddetta “Brexit“, Matteo Renzi corre ai ripari. “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”. E’ la linea del premier Matteo Renzi alla luce della Brexit, dettata via Twitter da palazzo Chigi dove ha seguito lo scrutinio al cardiopalma fino del referendum inglese sulla Brexit che ha deciso l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

Brexit, le telefonate di Renzi

Renzi ha sentito al telefono la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Ed è in costante contatto con i vertici delle istuzioni europee riuniti a Bruxelles. Previsti anche contatti con il dimissionario premier inglese David Cameron e con il leader laburista Jeremy Corbin, entrambi usciti drammaticamente sconfitti dalle urne inglesi.

La linea del governo

La linea del premier, riassunta via Twitter dopo una vertice straordinario di buon mattino a palazzo Chigi con il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e i ministri dell’Economia e dello Sviluppo Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, sarà illustrata a fine mattinata in dichiarazioni alla stampa e poi lunedì alla Camere dove Renzi è atteso alle 11 in aula al Senato e nel pomeriggio in aula a Montecitorio per riferire sul Consiglio Europeo di martedì e mercoledì dedicato alla Brexit. La linea di fondo appare piuttosto chiara: l’Italia intende mettersi alla testa del profondo rinnovamento che si richiede alla Ue per provare a salvarsi dopo l’uscita unilaterale decisa da uno dei Paesi europei più importanti. E anche per fare questo l’uscita della Gran Bretagna dovrà essere la più rapida possibile, senza mediazioni e incertezze.

“La decisione del popolo britannico – è stata la dichiarazione del ministro degli Esteri Gentiloni, diffusa al termine del summit a palazzo Chigi – è una decisione che rispettiamo ma è senza dubbio una decisione grave. Ci aspettiamo che la Gran Bretagna dia seguito a questa decisione attivando l’articolo 50 dei trattati che regola l’uscita degli Stati membri dall’Unione europea, ovviamente rispettando i diritti acquisiti dei cittadini europei e dei nostri concittadini”. L’Italia, ha aggiunto Gentiloni “avrebbe di gran lunga preferito un esito diverso del referendum, rispetta la decisione di uscire ma uscire significa uscire. Certamente la Gran Bretagna resterà un paese nostro amico e un alleato nella Nato ma la decisione di uscire dall’Unione europea è stata presa e bisogna dargli seguito”. Il governo, ha concluso, “sottolinea questo aspetto perché un lungo periodo di incertezza non farebbe altro che alimentare una sensazione di instabilità nella costruzione europea”.

Rinviata la riunione del PD

L’inattesa decisione della Gran Bretagna pro Brexit è stata anche per Renzi l’occasione per rinviare il chiarimento interno al Pd a seguito della sconfitta elettorale alle Comunali. Nel pomeriggio doveva riunirsi a Roma la direzione in vista della quale da due giorni nel partito del premier volano stracci. Se la Brexit fosse stata respinta si sarebbe tenuta, era la decisione presa da tempo dal segretario-premier. Mentre il divorzio unilaterale dalla Ue deciso dalla Gran Bretagna ha imposto il rinvio almeno a dopo il vertice dei leader Ue di martedì e mercoledì prossimo. Da cui Renzi conta tornare a Roma più forte, quale capofila riconosciuto del cambiamento nella Ue.

Politx/Askanews

PolitX

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