Cannabis delle polemiche, la legge approda alla Camera
Prosegue alla Camera dei Deputati l’iter parlamentare del ddl sulla legalizzazione della cannabis ed è di nuovo scontro aperto. I centristi sono pronti a mettersi di traverso anche sollevando questioni pregiudiziali di costituzionalità.
Beatrice Lorenzin, ministro della salute afferma senza mezzi termini che: “alcol e droga sono una piaga. Non diciamo solo no alla liberalizzazione della cannabis, diciamo no a tutte le dipendenze: droga, alcol, gioco”.
Un iter difficile
Ad aspettare il testo in Aula per l’esame sono principalmente due schieramenti di favorevoli e contrari. A sostenere la proposta di legge sono stati 220 deputati e 73 senatori, appartenenti alle più diverse forze politiche: Pd, SI, M5S, Forza Italia. I contrari, invece, sono soprattutto i centristi di Area popolare e i cattolici del Pd, sostenuti per l’appunto dal ministro della salute, Lorenzin.
Si prevede quindi un’approvazione tutta in salita per il disegno di legge: il provvedimento è arrivato in aula senza mandato al relatore. A rallentare l’iter anche la presentazione di 1700 emendamenti (di questi, 1.300 sono di Area Popolare) e le commissioni Giustizia e Affari sociali hanno già rinviato tutte le proposte di modifica all’Aula, dove potrebbero aumentare di numero. Il tutto a pochi giorni dalla chiusura estiva del Parlamento e, con ogni probabilità, il voto non arriverà prima di settembre.
Il contenuto del testo
La coltivazione di cannabis per uso personale è permessa con un limite di 5 piante di sesso femminile. Per quanto riguarda la detenzione, invece, il tetto è di 5 grammi all’esterno e 15 grammi in casa. Si potrà fumare solo in spazi privati, mentre rimane il divieto di consumare marijuana e hashish nei luoghi pubblici.
Resta proibito e punito lo spaccio. Il commercio è consentito in regime di monopolio statale per la coltivazione delle piante, preparazione e vendita al dettaglio, ovvero lo Stato potrà dare autorizzazione a soggetti privati, i quali possono riunirsi in associazioni (i cannabis social club) e coltivare la marijuana per venderla in locali dedicati, sul modello di quanto avviene nei coffee shops europei.
All’interno del disegno di legge anche norme per facilitare l’uso di cannabis a scopo medico.
I proventi ricavati dall’attuazione delle nuove norme saranno destinati al Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga.
La proposta di legge era stata messa a punto nel 2015 da un gruppo di oltre 200 parlamentari guidati da Benedetto Della Vedova, che commenta così il fatto che il testo sia arrivato in Aula nonostante le polemiche: “Si tratta comunque di un fatto storico”.
Gaia Catalani