Def, è scontro tra Upb e governo sulle stime di crescita
Muro contro muro tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e l’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio.
Quest’ultimo, infatti, con una lettera ai presidenti di Camera e a Senato conferma di non accettare le stime presenti nel Def. Sulla nota di aggiornamento c’è, secondo l’Upb, “una divergenza di opinioni con il governo”. Lo dice il presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro.
Per l’Upb le previsioni del governo sono fuori linea rispetto alle stime del panel dei previsori, perché è superiore di 0,3 punti percentuali rispetto “al valore mediano di tali previsioni”.
La reazione di Padoan: lo scarto è contenuto
Immediata la risposta di Padoan:”Previsioni fuori linea? In realtà lo scarto è contenuto e non significativo in termini statistici”. La differenza sarebbe di due decimi di punto percentuale. Ovvero “‘meno della metà delle revisioni del pil reale del 2014 pubblicata dall’Istat il 23 settembre”.
Per il ministro la colpa è soprattutto dei differenti modelli statistici. Il ministro conferma così l’indebitamento netto (2 percento nel 2017, 1,2 nel 2018 e 0,2 nel 2019) ed il +1 percento di pil nel 2017 per passare poi all’1,3 percento nel 2018 ed all’1,2 l’anno seguente.
“Iva: rimuoveremo l’aumento”
Durante l’audizione alle commissioni riunite di Bilancio, Padoan stima che la composizione della manovra, e quindi alcuni dei suoi effetti, sono ancora passibili di variazione. “Ma le misure di stimolo alla crescita per un totale di 22 miliardi sono già state tutte individuate. A cominciare dalla rimozione dell’aumento dell’Iva (prevista per gennaio 2017), che impegnerà circa 15 miliardi e aumenterà il pil dello 0,3 percento”.