Dl Mezzogiorno, il Governo incentiva i giovani
Entra nel vivo la discussione su uno dei provvedimenti più significativi che il Parlamento è chiamato ad approvare prima della pausa estiva. Si tratta del decreto legge per la crescita del Mezzogiorno che ha iniziato il suo iter dal Senato e sul quale, dopo un nutrito ciclo di audizioni, questa settimana la Commissione Bilancio provvederà alla votazione degli emendamenti presentati (S. 2860).
”Resto al Sud”, la misura più significativa del dl Mezzogiorno
Tra le misure più significative contenute nell’articolato c’è quella denominata ”Resto al Sud”, che prevede forme di incentivazione per i giovani tra i 18 e i 35 anni, residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, volta a favorire la nascita di nuove imprese attraverso un finanziamento di 40 mila euro che per il 35 per cento consisterà in erogazioni a fondo perduto e per il rimanente 65 per cento consiste in un prestito a tasso zero da rimborsare in otto anni, di cui i primi due di preammortamento.
Tra le possibili modifiche di cui si sta discutendo c’è l’ipotesi di un allargamento dei finanziamenti stanziati, in quanto il tetto massimo di 40 mila euro è stato considerato inadeguato per l’avvio di un’attività d’impresa. Il ministro per la Coesione ed il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, a nome dell’esecutivo di cui fa parte, non ha manifestato alcuna preclusione ”all’aumento della quota finanziabile”.
Incentivi per il ricambio generazionale in agricoltura
Disposizioni ad hoc sono poi previste per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura e per favorirne il ricambio generazionale: in pratica vengono destinati alle imprese agricole 50 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).
Inoltre, allo scopo di promuovere la costituzione di nuove imprese, i comuni delle regioni del Sud potranno dare in concessione o in affitto ai soggetti tra i 18 e i 40 anni terreni e aree in stato di abbandono.
Dl Mezzogiorno e le zone economiche special
Il decreto legge Mezzogiorno istituisce infine zone economiche speciali (ZES), comprendenti almeno un’area portuale, alle quali verranno attribuiti benefici fiscali ed altre agevolazioni: in particolare, fino al 2020, sarà possibile utilizzare il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi nel limite massimo di 50 milioni di euro.