Dopo di noi, si al diritto dei disabili alla felicità
Credo che la legge sul ”dopo di noi” giunga in un momento in cui il livello di attesa da parte degli interessati, le persone affette da disabilità grave e le loro famiglie, ha raggiunto un punto improcrastinabile.
Il ”Dopo di noi” è una risposta alle preoccupazioni delle famiglie
Troppi fattori concorrono ad accrescere la preoccupazione delle famiglie per quando non saranno più in grado di farsi carico di persone care la cui autonomia diventa sempre più problematica. Il rischio dell’indifferenza, il vago sentore dei maltrattamenti a cui sono sottoposte persone disabili ricoverate in istituti e la consapevolezza che la solitudine aumenta la loro fragilità crea nei genitori una sofferenza aggiunta, che si somma a un vissuto di tenerezza, di protezione, di lotta contro la burocrazia, di speranza nella medicina e nei suoi sviluppi, ma anche di desiderio di fare tutto, ma proprio tutto il possibile, per i figli, quando loro non ci saranno più. Questi genitori, queste associazioni hanno reclamato a gran voce questa legge, hanno reclamato il diritto dei figli ad una vita indipendente, ad una vita serena, nonostante l’handicap di partenza, il diritto di felicità di cui ha parlato anche Papa Francesco, in occasione del Giubileo delle persone con disabilità.
Il Parlamento ha fatto la sua parte, ora la legge va applicata
Il provvedimento votato oggi alla Camera è arrivato in porto in tempi molto brevi in relazione alla macchinosità parlamentare. Non c’è, quindi, dubbio di quale sia la volontà politica condivisa da tutto il Parlamento, dalle due Camere e dal Governo stesso: vogliamo che questa legge diventi operativa quanto prima e sia strumento efficace di servizio nel miglior modo possibile. Questa legge che resterà, io credo, comunemente conosciuta da tutti come la legge del ”Dopo di noi” è diventata la legge dell”’insieme a noi”, perché essa riconosce ai genitori e alle famiglie un ruolo straordinario nella capacità di gestire la regia di tutte le misure che hanno come obiettivo principale il supremo interesse del figlio.
Paola Binetti, Area Popolare membro commissione affari sociali