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Finanziamenti ai partiti: la nuova legge in aula

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19 Maggio 2016

| by developer

Entra nel vivo la discussione del testo unificato sui partiti politici. In commissione Affari costituzionali della Camera è infatti iniziata la votazione degli emendamenti presentati ai 9 articoli predisposti dal relatore Richetti, dopo un importante lavoro di sintesi tra le diverse proposte presentate da tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

Non sono state moltissime le proposte di modifica depositate, a conferma  del fatto che il testo unificato è stato fondamentalmente condiviso. E’ possibile che già entro la settimana si possa arrivare alla conclusione dei lavori, dando mandato al relatore per la trasmissione del provvedimento all’aula di Montecitorio.

L’aspetto più spinoso emerso nel corso della discussione, quello relativo all’obbligo di statuto per poter partecipare alle elezioni politiche, è stato bypassato grazie a quanto disposto nel testo base dove è stabilito che dovranno depositare lo statuto al ministero dell’Interno solo quei partiti e movimenti già inseriti nel registro previsto dalla normativa attualmente in vigore (decreto Letta). In alternativa sarà sufficiente una dichiarazione di trasparenza nella quale dovrà essere indicato ”il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato, la sede legale nel territorio dello Stato, nonché gli organi, la loro composizione ed attribuzioni e le modalità di selezione dei candidati”.

La mancanza dell’obbligo di statuto è stata implicitamente ribadita e rafforzata dall’approvazione di un emendamento di Mazziotti Di Celso (Scelta civica) che rimanda, per la disciplina dei partito politici, alle norme sulle associazioni non riconosciute.

Tra gli altri aspetti su cui si è concentrata la maggior parte degli emendamenti presentati c’è quello dei finanziamenti privati a partiti e movimenti: nel testo unificato è prevista la necessità di tracciare le donazioni tra i 5mila ed il 15mila euro per mezzo di una dichiarazione congiunta del donatore e del tesoriere della forza politica beneficiaria. Oltre i 15mila euro diventa obbligatorio rendere pubblico il nome del donatore pena una sanzione di 30mila euro per i partiti inadempienti. In base alla disciplina vigente, invece, occorreva il consenso espresso del donatore per rendere pubblico il suo nominativo.

PolitX

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