Il mare diventa uno spazio da organizzare, negli uffici del Mit
Tutte le attività connesse alla cosiddetta economia blu avranno la loro precisa collocazione con vantaggi nella direzione e della sostenibilità. Tutto ciò dovrebbe essere la conseguenza dell’attuazione della direttiva comunitaria sulla pianificazione dello spazio marittimo, approvato in via definitiva dal Governo nell’ultimo Consiglio dei ministri.
Possibile crescita sostenibile dall’economia blu
Il provvedimento interessa la maggior parte dei settori produttivi connessi con attività che si svolgono in mare e che rivestono importanza prioritaria per l’economia del nostro Paese: pesca, acquacoltura, trasporti marittimi, porti, ambiente marino, ricerca marina, energia offshore, cantieristica navale, industrie legate al mare, sorveglianza marittima e turismo marittimo.
L’on. Laura Venittelli, responsabile per il Partito democratico della pesca e dell’acquacoltura, ha evidenziato come la ”pianificazione dello spazio marittimo rappresenti uno strumento fondamentale di attuazione della politica marittima integrata (Pmi) dell’Unione europea, consentendo di coniugare blue economy e utilizzo ecosostenibile delle risorse marine, favorendo crescita e occupazione nel settore”.
Tavolo interministeriale e Comitato tecnico sotto la direzione del Mit
Il decreto legislativo approvato dall’esecutivo dopo il passaggio parlamentare nelle commissioni competenti si compone di 12 articoli nei quali si specifica, innanzitutto, che esso non si applica alle attività il cui unico fine è la difesa o la sicurezza nazionale e che la sua area geografica di ricaduta è costituita dalla regione del Mar Mediterraneo.
Individua come strumento per attuare la pianificazione dello spazio marittimo i piani di gestione le cui linee guida saranno definite da un apposito Tavolo interministeriale.
Presso il Mit (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), inoltre, verrà istituito il Comitato tecnico a cui è assegnato il compito di elaborare, per ogni area marittima individuata, i rispettivi piani di gestione dello spazio marittimo da sottoporre al Tavoro interministeriale. Tale organo sarà composto da rappresentanti del Mit, del ministero dell’Ambiente, del Mipaaf, del Mise, del Mibact e da un rappresentante designato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni per ogni area marittima individuata.
L’autorità competente per l’attuazione della direttiva sarà il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a cui è assegnato anche l’onere di mantenere il rapporto sia con la Commissione europea che con gli altri Stati membri per il necessario confronto tra piani di gestione.
Il decreto legislativo appena approvato più che un punto di arrivo rappresenta un punto di partenza verso uno sviluppo sostenibile dell’economia blu. Bisognerà, in concreto, stare a vedere entro quanto tempo verrà realmente data attuazione a quanto stabilito.