Il rinvio del ddl concorrenza? Mancano i numeri
Non è la Costituzione che ostacola l’approvazione delle leggi ma il Governo che non ha la maggioranza per approvarle. Il ddl concorrenza, trasmesso nell’ottobre 2015 al Senato, nonostante abbia ottenuto il via libera dalla commissione Industria addirittura prima dell’estate, approderà in aula probabilmente dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre.
Il ddl era previsto da luglio nell’ordine del giorno dei lavori d’aula, ma non verrà esaminato né questa settimana né nelle prossime due, secondo fonti della stessa maggioranza e del governo, nonostante il ministro Calenda abbia sostenuto il contrario ieri in audizione. Il motivo è chiaro: prima del decisivo voto referendario è bene tenere serrate le file della maggioranza, evitando spaccature che potrebbero poi tradursi in una campagna referendaria depotenziata.
Questa situazione è la dimostrazione, diversamente da quanto sbandierato dalla Boschi e da Renzi, che le procedure costituzionali non ostacolano né rallentano i tempi per l’approvazione delle leggi. Il freno è dovuto piuttosto al ping pong tra i senatori della maggioranza e il governo che tentano, fra veti incrociati e divisioni, di soddisfare gli interessi di bottega inseriti nel testo di legge dall’ex Ministro Guidi e sostenuti oggi dal ministro Calenda.
Gianni Girotto, senatore M5S della commissione Industria