Industria 4.0, Italia ferma: la denuncia della Camera
Industria 4.0, l’Italia è ferma al palo. La denuncia arriva dalla Camera. Il tasso medio di crescita nell’area euro è stato pari all’1,4 per cento negli ultimi due decenni. L’Italia ha raggiunto risultati inferiori a causa soprattutto della bassa dinamica della produttività. E’ questa una delle prime considerazioni che si trovano alla base dell’indagine conoscitiva sull’industria 4.0 da pochi giorni conclusa alla Camera dei deputati. I parlamentari dal 2 febbraio scorso, in compagnia di numerosi soggetti auditi in qualità di esperti, hanno provato a dare alcune risposte sui cambiamenti del sistema industriale italiano e su quali devono essere gli strumenti da adottare per favorire la digitalizzazione delle filiere italiane. Un documento prezioso, quindi, per chi vuole analizzare il contesto economico europeo e internazionale nel quale operano le imprese italiane nei diversi settori industriali, dall’automotive all’edilizia, da quello farmaceutico a quello biomedico, senza trascurare il contesto tecnologico di riferimento, internet of things, cloudcomputing cyber e security.
Industria 4.0: l’inchiesta della commissione Attività Produttive
Il documento predisposto dalla Commissione attività produttive della Camera individua cinque pilastri su cui costruire l’industria 4.0 inteso quale nuovo paradigma industriale emergente legato allo sviluppo delle nuove tecnologie in grado di incidere sui metodi di produzione. Il primo guarda la necessità di dotare il sistema industriale di una cabina di regia governativa che sappia guardare alle nuove opportunità. Il secondo pilastro dedica l’attenzione al sistema delle infrastrutture, necessarie per lo sviluppo e la crescita, quali ad esempio la banda ultra larga e la diffusione delle reti wireless. Il terzo pilastro volge lo sguardo alle competenze digitali che si intrecceranno con la formazione scolastica e post scolastica di lungo periodo. C’è poi bisogno di insistere di più sul sistema della ricerca universitaria e dei centri di ricerca anche a livello internazionale. Infine, il quinto pilastro si regge sull’open innovation che indica la via italiana all’industria 4.0 cui è dedicato un capitolo nell’indagine conoscitiva.
Su quest’ultimo punto, infatti, si concentra parte del documento finale predisposto dalla Commissione attività produttive che individua appunto alcune delle grandi sfide poste dalla rivoluzione digitale in Italia. Innanzitutto, invertire la rotta dell’occupazione. Il mercato del lavoro negli ultimi anni è profondamente cambiato, mettendo sempre più da parte il lavoro manuale per insistere invece sulla ricerca di figure professionali qualificate. In questo contesto, il digitale può essere di grande aiuto perché consente una riduzione dei costi del processo di conversione delle figure professionali. In secondo luogo, la scuola e in generale il sistema della formazione giocheranno un ruolo centrale nella definizione della via italiana all’industria 4.0 . L’obiettivo, infatti, è non solo quello di trattenere le risorse più qualificate ma essere in grado anche di attrarre nuovi talenti dall’estero. C’è bisogno poi di nuovi finanziamenti per le piccole e medie imprese italiane per fare quel salto tecnologico necessario per approdare nel campo dell’industria digitalizzata. Sempre legato al tema dello Pmi è quello della dimensione delle aziende. Per decenni l’Italia ha sfruttato il vantaggio della dimensione talvolta micro delle sue imprese. In un contesto economico globale occorre invece porre il tema dimensionale delle imprese perché oggi le tecnologie consentono anche ai big players di adattarsi a situazioni di flessibilità della produzione. L’Italia deve, inoltre, seguire il percorso già tracciato dall’Europa nel campo della silver economy, cioè dell’assistenza e di creazione di servizi per la popolazione anziana. In questo senso, l’invecchiamento della popolazione può risultare, se inquadrata nel verso giusto, una opportunità di crescita e di sviluppo per il settore dei servizi legato alle persone anziane. Infine, la via italiana all’industria 4.0 passa per un aggiornamento del quadro normativo che va semplificato perché deve consentire ai soggetti economici di operare in contesti internazionali e sempre più competitivi.
Luigi Della Luna Maggio