La furia di Apple: ci saranno conseguenze, dice Tim Cook
Apple furibonda dopo la mega multa dell’Unione Europea. “La mossa della Commissione è senza precedenti e ha implicazioni serie e di vasta portata”. Così l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, commenta la decisione di Bruxelles di chiedere al produttore dell’iPhone di versare la cifra record di 13 miliardi di euro in imposte arretrate dopo la decisione che un accordo fiscale preferenziale con l’Irlanda era illegale. In una lettera alla Comunità Europea, il top manager ha scritto che la Commissione “sta di fatto proponendo di sostituire le leggi fiscali irlandesi con le leggi che la Commissione crede debbano esserci. Ciò darebbe un colpo devastante alla sovranità degli stati membri Ue sulle loro questioni fiscali e al principio di certezza della legge in Europa”. Ricordando che sia Dublino sia Cupertino (dove ha sede Apple) faranno ricorso, e dicendosi “fiducioso” che la decisione verrà ribaltata, Cook aggiunge che il caso in questione “non ha tanto a che fare con Apple e il versamento delle imposte quanto quale governo deve raccogliere le imposte” stesse. Secondo Cook, “per le multinazionali, le tasse sono una cosa complessa, eppure un principio fondamentale è riconosciuto nel mondo: i profitti di un’azienda dovrebbero essere pagati nel Paese dove sono creati. Apple, l’Irlanda e gli Stati Uniti sono tutti d’accordo su questo principio”. L’a.d. si spinge oltre dicendo che quasi tutte le attività di ricerca e sviluppo avvengono nel caso di Apple in California, “quindi la grande maggioranza dei nostri profitti è tassata in Usa. Le aziende europee che fanno business in Usa sono tassate in base allo stesso principio. Ma ora la Commissione chiede di cambiare retroattivamente queste regole”. Oltre a volere prendere di mira Apple – una cosa “ovvia”, dice Cook – “l’effetto più profondo e dannoso” della decisione di Bruxelles “sarà sugli investimenti e sulla creazione di posti di lavoro in Europa”.