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Licenziamento disciplinare,nuove norme contro i furbetti

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20 Giugno 2016

| by Ugo Sardi de Letto

Tempi bui per i famosi furbetti del cartellino. Una volta colti in flagranza, avranno soltanto un mese per sapere se saranno licenziati o meno. Sono questi i tempi stabiliti dal decreto legislativo, in materia di licenziamento disciplinare, che il Consiglio dei Ministri ha tramutato in legge.

L’iter del licenziamento disciplinare

Secondo il decreto, il dipendente colto sul fatto dovrà essere sospeso entro 48 ore dal responsabile del posto di lavoro. Da subito scatterà la sospensione dello stipendio, mentre verrà comunque concesso un assegno alimentare. Il dipendente sarà poi convocato, con un preavviso di 15 giorni, per difendere la sua posizione e farsi eventualmente assistere dal suo rappresentante sindacale.

Entro 15 giorni dall’avvio del procedimento disciplinare, l’Ufficio competente dovrà inviare la denuncia al pubblico ministero e alla procura regionale della Corte dei Conti. Dal momento in cui il furbetto avrà ricevuto la convocazione, l’Ufficio avrà poi un mese di tempo per concludere il procedimento. Se, per qualsiasi motivo, i termini non dovessero essere rispettati, l’azione disciplinare non subirà nessuna alterazione.

Sanzioni per i dirigenti “conniventi” e danni d’immagine

Nel caso di mancata denuncia e omessa comunicazione all’ufficio competente, i dirigenti saranno sanzionati. Anche per loro è previsto il licenziamento o il carcere penale a seconda della decisione dell’Autorità giudiziaria (interpellata dall’Ufficio competente). In più, la Corte dei Conti, quando ne ricorrono i presupposti, potrebbe chiedere i danni d’immagine al dipendente. Quest’ultimo dovrà pagare almeno 6 mesi di stipendio entro 3 mesi dalla conclusione della procedura di licenziamento. L’ammontare del danno risarcibile sarà poi deciso dal giudice a seconda della rilevanza che il fatto ha avuto sui media. Più questi ultimi ne parleranno, più il furbetto dovrà pagare.

 

 

 

 

PolitX

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