Olio italiano, produzione ai minimi storici
Il 2016 è l’annus horribilis per l’olio d’oliva italiano. La produzione dell’olio d’oliva in Italia perde il 38 percento e scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre, con effetti inevitabili sui prezzi. Nel Lazio la produzione è crollata del 35 percento e anche la Toscana si ritrova in linea con il calo di produzione. Complessivamente nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39 percento, al nord-Italia di appena il 10 percento.
I cambiamenti avranno ripercussione soprattutto nella spesa degli italiano, dove i consumi di olio di oliva a persona sono attorno ai 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.
L’andamento si riflette anche sulla produzione a livello mondiale, dove si prevede una storica carestia dei raccolti per effetto del crollo della produzione anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20 percento) ed in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21 percento).
La Spagna si conferma, invece, leader mondiale e si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l’anno scorso. In controtendenza anche la Turchia: aumenta la produzione del 33 percento per un totale di 190 milioni di chili.
La situazione dell’olio d’oliva italiano è ancora più critica se si aggiunge che, ancora oggi, nei nostri ristoranti sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (circa il 76 percento) per il mancato rispetto della introduzione obbligatoria del tappo anti rabbocco. Si tratta di una misura a tutela dei produttori, dei consumatori e degli stessi ristoratori, perché consente di arginare la concorrenza sleale di chi vende come extravergine italiano prodotti di bassa qualità.
Per questo motivo, secondo Coldiretti, è importante far rispettare la “legge salva-olio“.
“Nel 2015 sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e ben 345 segnalate all’autorità amministrativa, a fronte di 2691 controlli che hanno consentito di individuare ben 401 irregolarità. In altre parole il 15 percento dei casi”.