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Referendum, a Catania preferiscono il No di D’Alema

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1 Settembre 2016

| by Ugo Sardi de Letto

Ovazione per Massimo D’Alema alla festa dell’Unità di Catania. Durante il confronto con il Ministro Gentiloni, l’ex ministro degli Esteri ha incassato cori e applausi dopo le osservazioni sui risultati elettorali delle amministrative e sul referendum.

C’è chi vota No, D’Alema lo sa

Proprio quando si è parlato di referendum si sono accesi gli animi. Soprattutto quando il moderatore del dibattito, Claudio Cerasa, ha chiesto al pubblico come avrebbe votato. Da qui la sorpresa: la maggior parte delle mani alzate era per il No. Chi avrebbe mai immaginato un risultato del genere a una festa che promuove il Sì al referendum. Eppure questo non ha fermato l’acceso dibattito tra D’Alema e Gentiloni. I temi affrontati sono stati i più disparati: dall’Italicum e Renzi alla candidatura di Giachetti a sindaco di Roma.

D’Alema non ha risparmiato le critiche: “Abbiamo cambiato la Costituzione con una maggioranza raccogliticcia di trasformisti senza mandato popolare. Poi, se la Corte Costituzionale bocciasse una legge elettorale su cui il premier ha messo la fiducia, una qualche riflessione su come questo Paese è governato credo meriterebbe di essere fatta”. Poi ha attaccato Renzi che, a suo parere, “è diventato un politico normale, anche sulla lottizzazione della Rai” e “vuole cambiare la Costituzione senza aver vinto le elezioni“.

A Firenze, Bersani usa toni più pacati

Altra stoccata al Pd è arrivata da Pierluigi Bersani, ospite alla festa dell’Unità di Firenze. Per l’ex segretario del Pd il referendum non è una priorità per il Paese: “L’Italia non mangia pane e referendum. Il tema della riforma costituzionale non è il terzo problema, è il quarto, il quinto o il sesto”.

Bersani punta tutto sulla modifica dell’Italicum: “Bisogna che in questi due mesi sia corretta la legge per l’elezione dei senatori e corretto l’Italicum, se no si prende un abbrivio che io ritengo un salto nel buio. Se c’è un errorino, un limite in una riforma costituzionale, lo puoi sempre correggere“. E se non si modificasse la legge elettorale? Beh, in quel caso il suo voto sarà No.

 

 

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