Referendum, tutti contro tutti e si prepara la riforma bis
La sinistra è nel pallone del referendum. Gli scontri sono ormai senza esclusioni di colpi, soprattutto all’interno del Partito Democratico. In questo inizio di campagna elettorale, in vista del voto referendario del 4 dicembre, i politici cominciano a rendersi conto di aver esagerato e, con l’invito di Mattarella, stanno cercando di abbassare i toni. Intanto si prepara un’alternativa alla riforma di Boschi-Renzi, nel caso di una vittoria del No.
Mattarella: su Referendum, rispettare elettori
Una competizione referendaria che, pur nelle posizioni diverse, deve “sempre avere in mente il bene comune”, rappresentato dalla Costituzione. L’avvicinamento alle urne deve realizzarsi attraverso “un confronto tanto più efficace quanto più composto”. E il giorno dopo il voto dovrà esserci, quale che sia il risultato, “il contributo di tutti sereno e vicendevolmente rispettoso, rispettando anzitutto l’esercizio del voto degli elettori e il loro libero convincimento”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all’assemblea dell’Anci.
D’Alema: toni minacciosi dai sostenitori del Sì
I sostenitori del Sì al referendum costituzionale usano “toni minacciosi”, secondo Massimo D’Alema. Parlando ad una iniziativa pubblica, l’ex premier ha criticato il “cosiddetto partito della nazione, che coincide con la maggioranza di governo” e che è “sostenuto da alcuni dei cosiddetti poteri forti, anche con toni un po’ minacciosi”.
Ha aggiunto D’Alema: “Capita di dover subire insulti che non dovrebbero appartenere al confronto come quello nel quale siamo impegnati. Uno schieramento politico talmente minaccioso che ha avviato questa campagna elettorale minacciando la rovina del paese in caso di vittoria del No. Un clima di paura e intimidazione, chi non condivide si deve sentire colpevole di spingere il paese verso il baratro”.
Cuperlo: toni troppo accesi da D’Alema
“D’Alema ha un carattere combattivo, lo sappiamo, e ha assunto una posizione molto netta contro questa riforma. Io tuttavia non condivido il senso, la natura e lo stile di queste dichiarazioni”. Lo ha dichiarato Gianni Cuperlo (Pd), ospite di Otto e mezzo su La7.
“Non possiamo stressare così il paese per due mesi, sarebbe – ha osservato l’esponente della minoranza dem, secondo la sintesi delle sue parole diffusa dall’ufficio stampa del programma – come far correre la maratona ad un cardiopatico. Ed è un problema che riguarda tutti, in primo luogo chi ha la responsabilità di guidare il paese e la Sinistra, a cui voglio fare appello – ha concluso – affinchè riconduca la discussione ad una compostezza che è il bene dell’Italia”.
Pronta l’alternativa in caso di vittoria del No
Una proposta alternativa a quella “Renzi-Boschi”, una mini-riforma da attuare nello scorcio di legislatura che rimane per preparare il terreno a un lavoro “condiviso” da riprendere dopo le elezioni: Massimo D’Alema e Gaetano Quagliariello presentano la loro ipotesi di modifica della Costituzione da attuare al posto di quella del Governo in caso di vittoria del no al referendum. Tre punti, “che si possono approvare in cinque mesi”: la riduzione dei parlamentari a 600 in tutto, 400 deputato e 200 senatori; la creazione di una camera di conciliazione per risolvere eventuali stalli dovuti al bicameralismo; la fissazione in Costituzione del principio che affida agli elettori la scelta dei parlamentari “per chiudere definitivamente la stagione dei nominati”.
Un’ iniziativa che raccoglie una platea di sostenitori molto trasversale, come tiene a sottolineare lo stesso D’Alema: “Questo non è uno schieramento politico, a differenza del Partito della nazione che sostiene il sì”. L’obiettivo, dichiarato, è smentire che in caso di vittoria del no “il treno delle riforme non passerà per altri 40 anni… Dimostriamo che i treni circolano”, aggiunge D’Alema.
In sala, tra gli altri, ci sono Lamberto Dini, Paolo Cirino Pomicino, Stefano Rodotà, Cesare Salvi, Pippo Civati, Lorenzo Cesa, Massimiliano Fedriga, Maurizio Gasparri, Antonio Ingroia, Davide Zoggia, Gianfranco Fini, Bobo Craxi.