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Sharing economy, avanti tutta con la nuova legge

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26 Luglio 2016

| by Ugo Sardi de Letto

In linea generale, tale iniziativa legislativa va accolta con favore, considerato che, nonostante la crescente attenzione dei media e le dispute sulle regole applicabili, la sharing economy solo di recente sta ricevendo la necessaria attenzione da parte dell’analisi giuridica. Peraltro, le ricadute dei nuovi modelli di produzione e scambio vanno ben oltre i conflitti in atto tra esponenti dei settori tradizionali e nuovi attori economici, implicando una ridefinizione dei fallimenti del mercato e una nuova divisione delle responsabilità regolative.

A tal riguardo, numerose sono le sfide che tali cambiamenti pongono alle istituzioni, incluse le autorità di concorrenza. Del resto, come abbiamo visto, da qualche tempo anche le grandi istituzioni nazionali e sovranazionali hanno iniziato a fronteggiare tali tematiche. La discussione sta acquistando maggiore profondità e, dall’esclusiva focalizzazione sulla ricerca di un punto di equilibrio tra le categorie più direttamente coinvolte, si sta articolando una riflessione di più ampio respiro.

Senza dubbio, una delle sfide principali che questo tipo di economia presenta è proprio quella di carattere regolatorio. I recenti episodi che hanno coinvolto operatori come Uber, Airbnb ed altri, mostrano chiaramente la necessità di creare al più presto un quadro regolatorio leggero, nell’ambito del quale si possano esercitare diritti e doveri di tutte le parti in causa.

Tentando di trarre delle conclusioni, la scelta di un modello regolativo sulla sharing economy, oggi al centro dell’agenda politica a livello nazionale ed europeo, non può prescindere da un’adeguata comprensione del fenomeno. Se, per un verso, i mercati della sharing economy hanno una notevole capacità di autogovernarsi è verosimile che regole esterne siano comunque necessarie per disciplinarne gli effetti, evitando che nel confronto competitivo ci si possa avvalere di forme di “concorrenza sleale”. E’ attraverso gli strumenti normativi che possono essere sciolti i nodi regolamentari più specifici connessi alla sharing economy. Tuttavia, ciò che è necessario è che le regole non siano di ostacolo all’innovazione.

Il dibattito sulle regole della sharing economy ha rilanciato il tema della autoregolamentazione nella disciplina dei mercati e dell’innovazione sociale e tecnologica. Nei contesti digitali in rapida evoluzione, i regolatori e le agenzie antitrust dovrebbero sforzarsi di evitare costosi errori di surplus normativo, che possono distorcere le dinamiche schumpeteriane di cambiamento tecnologico e innovazione. In altri termini, l’intervento antitrust nel contesto digitale deve essere ri-orientato sugli effetti di innovazione e trarre beneficio da un approccio più basato sulla tecnologia.

In conclusione, le autorità garanti della concorrenza hanno un ruolo cruciale da svolgere, soprattutto nel promuovere una regolazione proporzionata e pro-concorrenziale e stimolare il processo di innovazione.

Da ultimo, al fine di far fronte a tali nuove competenze dell’Autorità, si esprime l’opportunità di un aumento delle risorse, mediante il reclutamento di nuovo personale dotato di specifiche competenze tecniche, il cui costo in ogni caso non graverebbe sulla finanza pubblica in forza del previsto meccanismo di autofinanziamento.

Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato

PolitX

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