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Stipendi d’oro e dirigenti a riposo, il piano della Rai

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28 Luglio 2016

| by Ugo Sardi de Letto

Decine di dirigenti che percepiscono lo stipendio senza fare nulla. Sono i “parcheggiati” della Rai. Hanno compensi che vanno oltre i 200 mila euro.

Per questo motivo, il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha annunciato il nuovo “Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale” che porterà domani in Cda, insieme con il presidente Monica Maggioni.

Il Piano prevede la pubblicazione sul sito della Rai di tutte le informazioni dell’attività svolta dall’azienda e di una serie di dati e documenti tra i quali i compensi dei dirigenti, superiori ai 200 mila euro, quelli dei consulenti e delle collaborazioni non artistiche, oltre gli 80 mila euro, insieme agli appalti, ai bilanci e gli investimenti.

Per questo, dopo il voto del Cda, saranno per la prima volta on line, non solo gli stipendi dei dirigenti che superano i 200 mila euro (gli artisti come noto sono fuori), ma anche i curricula e i criteri per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni.

“Grazie alla Riforma Rai varata dal governo, approvata in fretta per dare all’azienda i primi strumenti per imprimere una svolta visibile al proprio operato, la Rai è stata costretta a pubblicare i compensi dei propri dirigenti. Lo prevede l’articolo 2 della Riforma, che ha imposto l’obbligo di pubblicazione del ‘Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale‘ con tutti gli stipendi di amministratori e dirigenti. C’è voluta una legge ad hoc, perché la Rai, anche di fronte alle insistenze della commissione di Vigilanza negli ultimi anni, si era sempre rifiutata di adempiere a quella che per la tv pubblica avrebbe dovuto essere la condizione minima di trasparenza nei confronti dei cittadini che la finanziano con il canone. Peraltro la commissione di Vigilanza, all’unanimità l’11 novembre 2015, aveva approvato un parere con il quale chiedeva alla Rai di mettere nello Statuto il tetto da 240 mila euro“. Si esprime così Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai a seguito della vicenda che ha visto protagonisti i manager e dirigenti della Rai e i loro stipendi “incriminati”.

Durissima la reazione del M5S. Alessandro Di Battista in un tweet dice: “Mentre arrivano le rate del canone da pagare vediamo stipendi pezzi grossi Rai assolutamente vergognosi. Media 300.000 euro all’anno”.

PolitX

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