Trasparenza Rai: in fondo a destra
Tutti i dati della chiacchierata “trasparenza Rai” sono in fondo a destra. Sulla fastosa homepage della Rai si fatica non poco a trovare il bottone giusto da cliccare. Si deve scorrere tutta la pagina, fino in fondo. A destra, in mezzo ad altre microscopiche scritte, c’è anche “Società Trasparente”. In fondo a destra, appunto. Poi si apre un’altra pagina dove, con scarsa fantasia grafica, si scopre l’immagine delle porte di vetro (trasparenti) di Viale Mazzini 14. Il tasto “compensi” si trova in fondo alla pagina (e dove altro?).
Operazione trasparenza, un boomerang per la Rai
Le procedure di “trasparenza” avviate dalla Rai si stanno tramutando in un boomerang pericoloso e nell’ennesimo incidente di percorso per i dirigenti della Rai voluti da Renzi. Sul sito della Rai, con grande spreco di comunicazione, sono stati pubblicati i dati personali (cv e tipo di mansioni) di 98 dirigenti della Rai. Ma i manager della tv di Stato sono 300. Pubblicare solo dati parziali è sembrata a molti una cattiva operazione di trasparenza, una risposta demagogica ad un problema reale. Non solo. Non tutte le schede dei 98 dirigenti sono state completate con i dati della retribuzione economica. Una trasparenza parziale, demagogica e quindi ancora imperfetta.
Compensi senza tetto
A suscitare le proteste (da parte dei grillini ma anche da parte di alcuni settori della maggioranza) c’è poi il problema legato al tetto fissato per legge alle retribuzioni dei dirigenti delle aziende pubbliche. La legge, del 2014, è esplicita e recita: “A decorrere dal 1 maggio 2014 il limite massimo retributivo riferito al primo presidente della Corte di cassazione previsto dagli articoli 23-bis e 23-ter del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni e integrazioni, è fissato in euro 240.000 annui“. La deroga per i dirigenti della Rai è legata ad un cavillo. Le società che operano sul mercato finanziario possono compensare i propri dirigenti con stipendi superiori al tetto fissato per legge. Tutte le norme che si sono succedute dal governo Monti(2011) in poi in materia di tetti agli stipendi pubblici hanno sempre escluso le aziende controllate dallo Stato che emettono titoli di debito quotati. Lo spirito doveva essere che quelle con una struttura finanziaria complessa dovevano poter assoldare i migliori professionisti sul mercato, che costano. Ma nella pratica l’effetto è che basta fare le giuste scelte finanziarie.
Renzi ha chiuso un occhio
Il 20 maggio del 2015, due giorni dopo che l’allora dg Gubitosi aveva convocato i dirigenti Rai per tagliare i loro stipendi, l’agenzia Reuters comunicava che la Rai aveva avviato il collocamento di un bond da 350 milioni. Addio tetto, con effetto immediato. Il governo chiuse un occhio. Renzi aveva promesso a Campo dell’Orto la posizione apicale di Viale Mazzini ma il tetto degli stipendi era sembrato un limite inaccettabile per l’ex enfant prodige, frequentatore assiduo della Leopolda.
La protesta dell’opposizione
“Durante la discussione parlamentare della riforma della governance Rai, quasi un anno fa – ha denunciato in questo ore Renato Brunetta – il sottoscritto presentò alla Camera un ordine del giorno che venne accolto dal governo, con il quale si chiedeva di fare chiarezza circa le deroghe previste per le società pubbliche che emettono titoli obbligazionari sui mercati regolamentati, per quanto riguarda il cosiddetto ‘tetto ai compensi dei dirigenti pubblici’. L’odg presentato da Forza Italia chiedeva al governo un intervento perché venisse, una volta per tutte, fugato ogni dubbio circa il fatto che la Rai non opera sul mercato finanziario in via prevalente e perciò ad essa non si deve applicare alcuna deroga al tetto ai compensi per i dirigenti”. Anche questa iniziativa non produsse nessuna reazione di Palazzo Chigi.
Alfano infuriato per lo stipendio di Campo Dell’Orto
Oggi, con l’operazione trasparenza, si scopre così che molti giornalisti e molti dirigenti Rai ricevono compensi superiori al tetto stabilito dalla legge e che lo stesso Campo dell’Orto guadagna ben 650.000 euro. “Il direttore generale della Rai non può guadagnare 6 volte più del presidente del Consiglio”, ha detto il ministro dell’Interno e leader di Ap Angelino Alfano, commentando ai microfoni di Radio anch’io il caso dei megastipendi di viale Mazzini. In Italia. “Il presidente del Consiglio ha un imponibile di 107mila euro, il direttore generale della Rai ne guadagna oltre 600mila. Ma che Rai è?”. “Se la dirigenza Rai continua così – ha detto Alfano – a furor di popolo farà privatizzare la Rai. Ci sarà una valanga di gente che lo chiederà. Ma perché il canone che pagano i cittadini deve andare a finanziare giornalisti esterni, dell’Espresso o di Repubblica per lavorare in Rai?”.
I manager esterni con stipendi da favola
Si tratta di un altro problema scatenato dall’operazione trasparenza voluta, in modo fin troppo autolesionistico dai vertici di Viale Mazzini. Nell’elenco dei superstipendi ci sono infatti anche i dati dei dirigenti esterni assunti inopinitamente dallo stesso Campo dell’Orto. Fra gli altri spicca il nome di Carlo Verdelli, il responsabile editoriale che passerà alla storia per non avere saputo impedire a Vespa di intervista Casamonica; Verdelli guadagna più di 300.000 euro. “Il contratto di Verdelli, come per gli altri dirigenti esterni assunti in queste settimane – ha spiegato Campo dell’Orto – sono a tempo determinato e dureranno solo tre anni”.
Protestano anche i parlamentari del Pd
“Nel corso delle audizioni in Commissione di Vigilanza più volte Campo Dall’Orto, ed altri dirigenti del nuovo (anzi nuovissimo) corso RAI, hanno sottolineato la transitorietà della propria esperienza, quasi a farne garanzia di indipendenza e di non attaccamento alla poltrona. Si apprende però ora che alcuni dirigenti presi dall’esterno, e parrebbe persino alcuni dello staff del direttore generale, sono stati assunti a tempo indeterminato. Altro che transitorietà: una vera e propria occupazione dell’azienda, per l’oggi e per il domani”, ha detto ieri Salvatore Margiotta, senatore PD, componente Vigilanza RAI.
Dirigenti a spasso, con contratti a vita
I grillini sono scatenati contro il Pd. Anche perché, fra i super stipendi, ci sono anche quelli di dirigenti e giornalisti della Rai, come Carmen La Sorella e Alfredo Meocci, che sono attualmente senza incarico. Si tratta della grana più grossa per la Rai riformata da Renzi. Perché assumere esterni quando ci sono interni a spasso, si chiedono in tanti. Domani, intanto, Maggioni e Campo dell’Orto saranno auditi in Commissione Vigilanza. Fico, presidente della Commissione, minaccia tempesta.