Unioni civili, bocciato il ricorso di Giovanardi
Le unioni civili tornano alla ribalta. Da un lato è iniziato il conto alla rovescia per la piena operatività della legge che regolamenta le convivenze e le unioni civili, dall’altro è arrivato il ”no” della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dal sen. Carlo Giovanardi insieme ad altri trentanove colleghi in merito all’iter del disegno di legge Cirinnà.
Ricorso sulle unioni civili: la decisione della C.C
La Consulta ha dichiarato inammissibile il conflitto tra poteri dello Stato promosso nei confronti del presidente del Senato Piero Grasso, del vice presidente della commissione Giustizia e della Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari.
L’oggetto del ricorso era costituito dal comportamento tenuto quando era stata assunta la decisione di trasferire il provvedimento sulle unioni civili e convivenze (S. 2081) direttamente all’esame dell’aula, bypassando la commissione a cui era assegnato in sede referente.
La Suprema Corte ha deciso per l’inammissibilità in quanto le irregolarità lamentate si riferiscono alle modalità di svolgimento dei lavori parlamentari sulle quali occorre fare riferimento alle norme contenute nei regolamenti parlamentari e alla prassi consolidatasi nei 70 anni della Repubblica. Spetta alle Camere trovare al loro interno gli strumenti adeguati a garantire la corretta applicazione dei regolamenti.
Dura la reazione del sen. di Idea Giovanardi, secondo il quale la decisione della Corte ”significa che la minoranza è alla totale mercé del voto dell’aula, che decide anche le violazioni più eclatanti”.
Piena operatività della legge sulle unioni civili
La legge 76 del 2016, passata alle cronache come legge Cirinnà, è entrata in vigore lo scorso 5 giugno. Entro un mese dovrebbero essere pronti i decreti attuativi ed a metà luglio dovrebbe essere il momento delle prima concrete applicazioni.
Un vero e proprio cambio di passo rispetto al registro delle unioni civili già attivo in circa duecento amministrazioni comunali da diversi anni che consentiva solo il riconoscimento delle coppie per i servizi comunali, da quelli scolastici a quelli cimiteriali.
Sono ancora molti i dubbi circa l’operatività della legge Cirinnà, tanto che in alcuni comuni stanno organizzando dei veri e propri corsi formativi per il personale e apposite campagne informative per la popolazione.