Martedì 24 ottobre l’Assemblea del Senato ha approvato il ddl n. 674, collegato alla manovra di finanza pubblica, recante interventi a sostegno della competitività dei capitali e delega al Governo per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel codice civile applicabili anche agli emittenti. Il testo passa ora alla Camera per il prosieguo dell’iter in seconda lettura.
A seguito dell’esame presso la 6a Commissione, il testo si compone di 27 articoli suddivisi in 5 Capi: il Capo I (articoli 1-16-ter) disciplina la semplificazione in materia di accesso e regolamentazione dei mercati di capitali; il Capo II (articoli 17-20-bis) concerne la disciplina delle autorità nazionali di vigilanza; il Capo III (articolo 21) comprende misure di promozione dell’inclusione finanziaria; il Capo IV (articolo 22) reca modifiche alla disciplina del patrimonio destinato; il Capo V (articolo 23) contiene disposizioni finanziarie. Il relatore, sen. Damiani (FI-BP), si è soffermato sulle disposizioni relative all’insegnamento dell’educazione finanziaria, che diventa cruciale in un’epoca in cui le banche si stanno trasformando e le transazioni finanziarie avvengono online. Il relatore, sen. Orsomarso (FdI), ha fatto presente che la proposta governativa riguarda ambiti differenziati di intervento, unificati dall’obiettivo di semplificare l’accesso delle imprese ai mercati finanziari e allineare l’attività dei mercati con quella delle banche, recuperando in tal modo il ritardo del nostro Paese in termini di digitalizzazione e capitalizzazione.
A conclusione della discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Nicita, Manca (PD), Cinzia Pellegrino (FdI) e Borghi Claudio (LSP), in replica, i relatori hanno sottolineato la necessità di un approccio equilibrato nelle critiche. Il Sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze Freni ha ricordato che il Governo ha presentato una delega al Parlamento per migliorare ulteriormente il mercato dei capitali e garantirne l’omogeneità, assicurando che l’Esecutivo lavorerà in collaborazione con gli esperti.
Durante l’esame dell’articolato sono stati approvati gli emendamenti 1.4 (Cristina Tajani (PD) e altri), riguardante le offerte di vendita o sottoscrizione di azioni o altri strumenti finanziari emessi da emittenti con azioni negoziate in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione italiani o dell’UE; 16-ter.200 (Turco (M5S) e altri) in riferimento alla riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali; 21.200 (testo 2) (Lotito (FI-BP) in materia di educazione finanziaria.
Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti a favore del provvedimento i sen. Salvitti (Cd’I), Patton (Aut), Lotito (FI-BP), Borghesi (LSP) e Francesca Tubetti (FdI). Secondo Cd’I il processo di riforma dei mercati finanziari in Italia è destinato a promuovere la crescita economica del Paese, attirando nuovi capitali e investitori; Aut ha rimarcato positivamente l’accordo tra l’Università di Bolzano e la Banca d’Italia per creare percorsi di educazione finanziaria; FI-BP ha elogiato il Governo per un provvedimento che cerca di rendere l’Italia più attraente per le imprese affinché possano rimanere nel mercato interno anziché cercare quotazioni all’estero per ottenere finanziamenti adeguati; LSP ha espresso un plauso a norme come l’implementazione della lista del consiglio di amministrazione e il voto maggiorato, nonché alla delega al Governo per riformare il TUF con principi specifici; FdI ha richiamato l’importanza di adottare misure per prevenire possibili abusi che potrebbero derivare dalla semplificazione normativa. I sen. Magni (Misto-AVS), Silvia Fregolent (IV), Turco (M5S) e Cristina Tajani (PD) hanno annunciato l’astensione. AVS ha richiamato la necessità di includere un’appropriata educazione sull’importanza dell’utilità sociale nelle imprese; IV ha evidenziato il bisogno di accelerare l’attuazione delle norme che sostengono l’unione del mercato dei capitali europeo; secondo M5S permangono criticità e carenze come l’assenza di strumenti per contenere il potere dei manager uscenti; il PD ha espresso preoccupazione sulla certezza del diritto e sull’efficacia del provvedimento,criticando le modifiche introdotte dalla maggioranza, che potrebbero riflettere interessi particolari.